Il carnevale di Venezia, uno dei più magici, affascinanti e ricchi di storia del mondo.
Il documento ufficiale che dichiara il Carnevale una festa pubblica è del 1296 quando il Senato della Repubblica dichiarò festivo l’ultimo giorno della Quaresima, da allora, anno dopo anno le strade e i canali di Venezia sono state invase da fantastiche maschere e divertimento, il Carnevale si interruppe sotto l'occupazione francese quindi austriaca all'inizio dello XIX, per riapparire nel 1979; solo nelle isole di Murano e Burano si continuò a festeggiare. La gente accorreva per ammirare le attrazioni, le più varie: giocolieri, saltimbanchi, animali danzanti..
Per molti giorni all’anno, il mondo sembrava non opporre più resistenza i desideri diventavano realizzabili e non c’era pensiero o atto che non fosse possibile. Questa era Venezia nel Settecento, il secolo che, più di ogni altro, la rese luogo dalle infinite suggestioni e patrimonio della fantasia del mondo. Venezia era allora il mondo di Giacomo Casanova, un mondo superficiale, festante, decorativo e galante.
Le Maschere.
La maschera non veniva utilizzata solo durante il periodo di Carnevale ma in molte occasioni durante l’anno. La maschera era permessa il giorno di Santo Stefano che sanciva la data di inizio del Carnevale veneziano e fino alla mezzanotte del Martedì Grasso che concludeva i festeggiamenti per il Carnevale. In seguito vennero emanate diverse decreti per impedire alle maschere di utilizzare il mantello per scopi non proprio ortodossi e soprattutto pericolosi.
La Bauta

La
Bauta non era utilizzata soltanto nei giorni di
Carnevale ma per i
veneziani era un travestimento sfruttato in molte occasioni. La
Bauta è composta da un manto nero chiamato
tabarro, un tricorno nero che si indossava sul capo al di sopra del tabarro e una maschera bianca chiamata
Larva (il nome Larva deriva dal latino Larva che vuol dire “fantasma” o anche “maschera”).
La moretta

Le donne indossavano, generalmente, un altro modello di maschera noto quanto la
Larva e chiamato
Moretta. Era una maschera ovale di velluto nero e veniva utilizzata dalle dame quando si recavano a fare visita alle monache. La moda della
Moretta importata dalla Francia si diffuse velocemente a
Venezia in quanto è una maschera che dona particolarmete ai lineamenti femminili soprattutto quando viene ornata da veli, velette e cappellini a falde. La
Moretta era una maschera muta poiché la si portava tenendo in bocca un bottoncino, all’interno, all’altezza della bocca.
Durante il Carnevale i Veneziani si concedevano trasgressioni di ogni tipo e la Bauta o la Moretta erano utilizzate per mantenere l'anonimato e consentire qualsiasi gioco proibito, sia da parte di uomini che da parte di donne. Anche i preti e le monache approfittavano delle maschere per celarsi e trasgredire compiendo fughe amorose o “multas inhonestas”…
Il tabarro

Il
tabarro era composto da una mantellina che raddoppiava sopra le spalle, poteva essere di panno o di seta secondo le stagioni, bianco o turchino, scarlatto per un'occasione di gala, a volte decorato con fronzoli, frange e fiocco
"alla militare". Era molto usato anche dalle donne, scuro d'inverno e bianco d'estate.
Ecco dove trovare maggiorni informazioni, anche per dove pernottare, mangiare e divertirsi ;)
E ora le foto delle maschere e dei vestiti più belli!:)